
DANIELE GIGLI

CICO
"Il mio primo cane, il più desiderato ed amato come solo un ragazzino sa fare, si chiamava Cico.
Tutto bianco con la mascherina arancio, il pelo leggermente allungato e la codina frangiata e lievemente arrotolata all’insù, a sciabola.Grande poco più di un gattino e di una vivacità così dirompente che sempre e solo un ragazzino può apprezzare.
Intelligentissimo.
Guardate, ne ho avuti e ne ho di cani ma Cico era incredibile e senza idealizzare.
Gli avevo insegnato di tutto ma le azioni più eccezionali erano quelle che compiva di sua iniziativa, uniche e assolutamente impensabili.
Normalmente me lo chiudevo dentro il giubbetto di pelle nera lasciando fuori dalla cerniera solo la testina bianca, prendevo la bicicletta da corsa e partivamo, senza una meta precisa, per conoscere della vita quello che il caso quel giorno ci avrebbe riservato.
Normalmente me lo portavo in chiesa, sempre dentro il giubbetto, la domenica mattina....."
[Il racconto completo è contenuto nella mia raccolta Pesci, uomini e lupi (2005) edito da l'Orecchio di Van Gogh con il patrocinio del Comune di Chiaravalle. Della stessa raccolta vi segnalo "Il Branco selvaggio"di cui segue l'introduzione.]


Mi piace
RispondiElimina