domenica 25 luglio 2010

IL BRANCO SELVAGGIO

IL BRANCO SELVAGGIO

a chi non ha mai smesso di sognare


Da adolescente la mia grande passione era il fiume.
Ci passavo giornate intere a sognare la mia casetta di legno nel bosco.
Ovviamente, avevo affinato le migliori tecniche di sopravvivenza.
Fra queste quella che mi entusiasmava maggiormente era
la pesca con le mani.
So che non ci crederete ma sono capace di prendere i pesci con le mani.
E' una tecnica piuttosto difficile da apprendere che si basa sull'approfondita conoscenza delle abitudini dei pesci e del loro ambiente e su tanta ma tanta pratica.
E' una sfida ad armi pari, senza trucchi né esche o reti.
Tu e lui, il più abile vince e non è facile vincere.
In genere andavamo in gruppo con i miei amici, una quindicina in tutto.
Poi, a pesca finita, accendevamo il fuoco per cuocere e mangiare il pesce pescato così com'era.
Un branco selvaggio, quello eravamo.
Fra tutti il migliore, il più audace (a volte dovevi infilarti in posti che solo a guardarli mettevano i brividi), il più resistente al dolore provocato dalle spine dei rovi immancabilmente presenti era M., un anno più grande di me, capelli a boccoli neri, occhi neri e carnagione olivastra.
Era in assoluta simbiosi con la natura: un animale anche lui.
Sentiva dove stava il pesce ed era lui che ci guidava alla tana.
Perchè i pesci vivono in branco e fanno la tana, sotto un albero adagiato sul letto del fiume o in una grotta scavata dalla corrente.
Quando trovi la tana significa tirarne fuori non uno di pesci ma centinaia.
Lui sentiva la tana.
Incredibile vero?
Ma è così.
M. voleva essere sempre il primo in tutto.
Non aveva paura delle sfide e tantomeno delle novità.
Se c'era un'esperienza da fare non si faceva pregare due volte, anzi ci si immergeva completamente come in grotta.
La grotta è davvero speciale!
Entrare è relativamente facile: ti devi immergere ed infilare con la testa in un buco di 50/100 centimetri e poi ci pensa la corrente a spingerti dentro, dove si apre una camera di qualche metro quadro, parzialmente sommersa che ti permette di respirare.
Ma uscire è un atto di fede: intanto che sei dentro per gran parte del corpo un altro del branco ti afferra per le caviglie e così via, a formare una catena umana, fino a raggiungere l'angolo più lontano della camera, dove i pesci spaventati vanno a rifugiarsi.
La corrente contraria è così forte e la posizione assunta è tale che solo chi sta fuori può tirarti indietro.
Nella vita M. scelse di esplorare la grotta sbagliata e nessuno riuscì a tirarlo fuori.
Se ne andò diversi anni fa e con lui altri ragazzi del branco.
Qundo la nausea e lo schifo d quegli avvenimenti erano tali da potermi inaridire per sempre, a darmi coraggio, inarrestabile e inaspettato, montava l'originario ricordo del branco, con tutta la sua forza invincibile e l'eccezionale ed intatta selvaggia bellezza.
Così voglio ricordarli: i sognatori del branco selvaggio.

D.Gigli, "Pesci, uomini e lupi", L'orecchio di Van Gogh (Ancona 2005)


sabato 24 luglio 2010

PESCI, UOMINI E LUPI- PROGETTO RIVER

Sulle sponde del fiume Esino in località Moie di Maiolati Spontini (AN), si terrà domenica 25 luglio 2010 alle ore 20,00 la rappresentazione teatrale "Le stanze blu" di Sonia Antinori, un testo che raccoglie le memorie legate a quattro fiumi Europei, fra cui il nostro Esino. Due brani del libro "Pesci, uomini e lupi"(D.Gigli, Ancona 2005) sono stati scelti per essere drammatizzati e recitati nel corso della rappresentazione teatrale. Il Progetto RIVER è finanziato con il supporto della Commissione Europea. Di seguito un breve passo di uno dei due racconti scelti e alcune significative immagini dei provini dello spettacolo.
"Da adolescente la mia grande passione era il fiume. Ci passavo giornate intere a sognare la mia casetta di legno nel bosco. Ovviamente, avevo affinato le migliori tecniche di sopravvivenza. Fra queste quella che mi entusuausmava maggiormente era
la pesca con le mani. So che non ci crederete, ma sono capace di prendere i pesci con le mani. E' una tecnica piuttosto difficile da apprendere, che si basa sulle approfondita conoscenza delle abitudini dei pesci e del loro ambiente e su tanta ma tanta pratica. E' una sfida ad armi pari, senza trucchi né esche o reti. Tu e lui, il più abile vince e non è facile vincere. In genere andavamo in gruppo con i miei amici, una quindicina in tutto......."

lunedì 12 luglio 2010

PESCI, UOMINI E LUPI

L'OMBELICO DEL MONDO

Io lo chiamo così, l'ombelico del mondo.
Nelle sere di fine estate il sole si nasconde dietro la linea dell'orizzonte che separa il cielo dal mare.
Le vette degli Appennini si inchinano a tanta bellezza degradando dolcemente fino a toccare l'acqua dell'Adriatico.
Al centro di questo universo ho realizzato il mio piccolo sogno, la casetta di legno nel bosco.
Qui le cose si sentono in modo diverso ed ognuna assume significati e colorazioni intensi ed unici e da qui vogliamo salutarvi: io, i miei cani, gli Appennini e l'Adriatico.
Ancora una volta tutti insieme, pesci, uomini e lupi.

Tratto da "Pesci,uomini e lupi" di Daniele Gigli, edito da L'orecchio di Van Gogh (2005)


venerdì 18 giugno 2010

ANEP MARCHE -TAVOLA ROTONDA

Si è svolta oggi la "TAVOLA ROTONDA" a conclusione della ricerca condotta dall'Università e commissionata dalla Regione Marche sulle figure dell' Operatore Socio Sanitario, dell'Assistente Sociale e dell'Educatore Professionale. Per quanto riguarda l'Educatore Professionale, hanno partecipato i maggiori referenti istituzionali della formazione delle Marche, in rappresentanza del Servizio Formazione della Regione, delle Università di Urbino, Macerata e Ancona, presso le quali sono attivati i corsi di laurea in Educatore/Educatore Professionale. Unanime il consenso sulla necessità di superare l'attuale frammentazione dei percorsi formativi individuando forme di collaborazione fra facoltà sulla base di ordinamenti didattici condivisi che assicurino medesime opportunità occupazionali. Dagli interventi è emersa la forte richiesta del mercato del lavoro di professionalità educativa, che viene spesso inadeguatamente soddisfatta con l'impiego di professionalità diverse. Le nostre richieste hanno confermato la necessità di individuare percorsi formativi uniformi, di prevedere esplicitamente l'impiego di educatori laureati per svolgere le funzioni educative previste all'interno dei servizi e di procedere alla riqualificazione degli operatori già impiegati che svolgono funzioni educative pur non possedendone la specifica laurea abilitante.

La TAVOLA ROTONDA si è svolta nella bellissima cornice di Villa Rey, Piazzale Martelli 8, Ancona, sede della facoltà di Economia dell'Università Politecnica delle Marche.

giovedì 17 giugno 2010

DANIELE GIGLI PRESIDENTE ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDUCATORI PROFESSIONALI DELLE MARCHE




















ANEP MARCHE E' S
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mercoledì 9 giugno 2010

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDUCATORI PROFESSIONALI-SEZIONE REGIONE MARCHE-PRESIDENTE DANIELE GIGLI



















Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha commissionato alla Regione Marche una ricerca che si propone di analizzare le competenze e i percorsi professionali di tre figure del settore sociale: l'educatore professionale, l'operatore socio-sanitario e l'assistente sociale. Per l'ANEP Marche questa ricerca rappresenta l'occasione a lungo cercata per un confronto diretto con gli interlocutori privilegiati delle istituzioni regionali, provinciali, universitarie e del terzo settore sulle tematiche del riconoscimento e dell'inquadramento contrattuale dell'Educatore Professionale e della definizione di percorsi formativi universitari specifici ed uniformi. E' dunque con estremo interesse e partecipazione che aderiamo alla ricerca che vedrà incontrarsi gli interlocutori suddetti il giorno 18 giugno p.v. nel corso di una tavola rotonda che si terrà presso la Facoltà di Economia, Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università Politecnica delle Marche.

sabato 29 maggio 2010

DANIELE GIGLI PET-THERAPY

In una cornice straordinaria si sono svolte a Villa Nievo in località Montecchio Precalcino (Vicenza) presso il Centro di Referenza Nazionale Pet-Therapy due giornate di studio finalizzate alla definizione di una legge quadro sulla materia. Lo scopo è far si che le Terapie Assistite dagli Animali (TAA) rientrino fra le prestazioni del servizio sanitario nazionale, accreditando al contempo le strutture in grado di erogare la prestazione e di provvedere alla formazione del personale. Prossimo appuntamento a settembre, per la stesura definitiva.

sabato 8 maggio 2010

DANIELE GIGLI DINAMICA DI UN INCONTRO-Autismo e Pet-Therapy-Il cane mediatore della relazione

PET-THERAPY
DANIELE GIGLI






E' in libreria!!! Uno
studio sull'utilizzo della pet-therapy nel trattamento dell'autismo. Edito da l'Orecchio di Van Gogh con il patrocinio di ANEP, si riferisce alla realizzazzione di un progetto di pet-therapy presso il centro socio-educativo del Comune di Ancona "Il Sole", gestito dalla Cooperativa AssCoop. Alla realizzazione del progetto ha collaborato la Cooperativa Sociale Pet-Village che ha fornito le coppie pet-partners.

martedì 4 maggio 2010

DANIELE GIGLI PET-THERAPY

PET-THERAPY
DANIELE GIGLI





La pet-therapy è utilizzare la relazione con l'animale per indurre modificazioni nell'uomo. Ma non solo!!!

Il postulato su cui poggia la zooantropologia, la scienza che studia la relazione uomo-animale, e che apre la strada alla pet-therapy è che su tale relazione si può intervenire al fine di utilizzarla per scopi beneficiali.

lunedì 5 aprile 2010

DINAMICA DI UN INCONTRO-Autismo e Pet-Therapy-Il cane mediatore della relazione

PET-THERAPY
DANIELE GIGLI



"L'apertura della porta relazionale rende possibile l'incontro di ego con alter; il luogo di questo incontro altro non è che l'uscio di noi stessi".

E' uscito il mio nuovo libro, edito da L'orecchio di Van Gogh con il patrocinio di ANEP (Associazione Nazionale Educatori Professionali). Del libro vi propongo l'immagine di copertina.
La relazione è il tema principale di questo lavoro che mette in evidenza come sia possibile attivare l'incontro di ego con alter anche quando ciò sembra impossibile da realizzarsi, come avviene nell'autismo che, proprio per questo motivo, risulta essere una delle sindromi più difficili da affrontare. Nella pet-therapy l'animale si fa mediatore della relazione ed è il cane in particolare che riesce a fungere da facilitatore, permettendo di attivare la "dinamica di un incontro" che è al contempo apertura all'esterno e al diverso. Descrivendo un caso reale di applicazione della pet-therapy su di un soggetto autistico, si evidenzia come questa particolare relazione si espliciti nel suo semplice "darsi" senza imporre troppo tecnicistiche strategie educative. Lo studio si riferisce alla realizzazione di un progetto di pet-therapy presso il centro socio-educativo per disabili del Comune di Ancona "Il Sole" gestito dalla Cooperativa Sociale ASSCOOP. Il progetto si è realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Pet Village che ha fornito le coppie pet-partner.

Del lavoro si propone di seguito un breve stralcio tratto dal paragrafo introduttivo alle caratteristiche relazionali del cane.
........"Ma a che tipo di ambiente si deve adattare il cane?
Essenzialmente all'ambiente dell'uomo, costruito a misura d'uomo, scandito dai tempi, dai ritmi, dalla spazialità che gli sono confacenti o perlomeno che si presumono tali.
Ma, soprattutto, un ambiente fatto di interazioni sociali, un sistema relazionale complesso caratterizzato da continui scambi di ruolo o dal ricoprire contemporaneamente ruoli diversi.
Ecco, il cane vivendoci accanto deve riuscire ad adattarsi a tutto ciò e questo determina che la sua capacità adattiva si traduca principalmente nella sua capacità di posizionarsi all'interno di questo contesto relazionale in continuo mutamento e riproduzione.
Capacità adattiva che in considerazione di questa analisi potremmo sinteticamente chiamare socialità, cioè la capacità di agire sulla base della conoscenza delle prassi che regolano l'interazione sociale ma non solo, come andremo adesso ad esaminare, al fine di mostrarne la rilevanza quale caratteristica peculiare del cane che lo rende un efficace facilitatore della relazione nel trattamento del soggetto autistico".








Famiglie allargate (prima cucciolata , 1995)

mercoledì 31 marzo 2010

IL LICANTROPO-Pet-Therapy

PET-THERAPY











Riferendosi al potere dell'animale di indurre nel corso dell'evoluzione delle trasformazioni nell'uomo, si usa parlare di valore ibridativo della relazione con l'animale. L'uomo cioè non è più se stesso originario ma un qualcosa di nuovo e di diverso frutto della relazione con l'animale. Nello specifico della relazione tra l'uomo ed il cane il concetto appena espresso viene magistralmente indicato con la definizione di "Uomo Licantropo". Il postulato su cui poggia la zooantropologia applicata e che apre la strada alla pet-therapy è che sulla relazione uomo-animale, in particolare uomo-cane, si possa intervenire al fine di valorizzare la relazione o di utilizzarla a scopi beneficiali.

Il brano è tratto dal mio manoscritto "Il Licantropo-Pet-therapy" (2006) edito dal comune di Ancona con il patrocinio di ANEP (Associazione Nazionale Educatori Professionali). Si tratta della realizzazione di un progetto di pet-therapy presso alcuni centri socio-educativi per disabili della città. Alla realizzazione del progetto ha collaborato la Cooperativa Pet Village.

Foto singola: il mio Pet-Partners e Campione Italiano di bellezza Pablo.
Foto di gruppo di allevamento con Pablo, Nuvola Bianca e India, di razza cocker spaniel inglese nero.





martedì 30 marzo 2010

DANIELE GIGLI PESCI, UOMINI E LUPI

PET-THERAPY
DANIELE GIGLI






CICO









"Il mio primo cane, il più desiderato ed amato come solo un ragazzino sa fare, si chiamava Cico.
Tutto bianco con la mascherina arancio, il pelo leggermente allungato e la codina frangiata e lievemente arrotolata all’insù, a sciabola.Grande poco più di un gattino e di una vivacità così dirompente che sempre e solo un ragazzino può apprezzare.
Intelligentissimo.
Guardate, ne ho avuti e ne ho di cani ma Cico era incredibile e senza idealizzare.
Gli avevo insegnato di tutto ma le azioni più eccezionali erano quelle che compiva di sua iniziativa, uniche e assolutamente impensabili.
Normalmente me lo chiudevo dentro il giubbetto di pelle nera lasciando fuori dalla cerniera solo la testina bianca, prendevo la bicicletta da corsa e partivamo, senza una meta precisa, per conoscere della vita quello che il caso quel giorno ci avrebbe riservato.
Normalmente me lo portavo in chiesa, sempre dentro il giubbetto, la domenica mattina....."

[Il racconto completo è contenuto nella mia raccolta Pesci, uomini e lupi (2005) edito da l'Orecchio di Van Gogh con il patrocinio del Comune di Chiaravalle. Della stessa raccolta vi segnalo "Il Branco selvaggio"di cui segue l'introduzione.]

"Da adolescente la mia grande passione era il fiume. Ci passavo giornate intere a sognare la mia casetta di legno nel bosco. Ovviamente, avevo affinato le migliori tecniche di sopravvivenza. Fra queste quella che mi entusuausmava maggiormente era la pesca con le mani. So che non ci crederete, ma sono capace di prendere i pesci con le mani. E' una tecnica piuttosto difficile da apprendere, che si basa sulle approfondita conoscenza delle abitudini dei pesci e del loro ambiente e su tanta ma tanta pratica. E' una sfida ad armi pari, senza trucchi né esche o reti. Tu e lui, il più abile vince e non è facile vincere. In genere andavamo in gruppo con i miei amici, una quindicina in tutto......."