lunedì 5 aprile 2010

DINAMICA DI UN INCONTRO-Autismo e Pet-Therapy-Il cane mediatore della relazione

PET-THERAPY
DANIELE GIGLI



"L'apertura della porta relazionale rende possibile l'incontro di ego con alter; il luogo di questo incontro altro non è che l'uscio di noi stessi".

E' uscito il mio nuovo libro, edito da L'orecchio di Van Gogh con il patrocinio di ANEP (Associazione Nazionale Educatori Professionali). Del libro vi propongo l'immagine di copertina.
La relazione è il tema principale di questo lavoro che mette in evidenza come sia possibile attivare l'incontro di ego con alter anche quando ciò sembra impossibile da realizzarsi, come avviene nell'autismo che, proprio per questo motivo, risulta essere una delle sindromi più difficili da affrontare. Nella pet-therapy l'animale si fa mediatore della relazione ed è il cane in particolare che riesce a fungere da facilitatore, permettendo di attivare la "dinamica di un incontro" che è al contempo apertura all'esterno e al diverso. Descrivendo un caso reale di applicazione della pet-therapy su di un soggetto autistico, si evidenzia come questa particolare relazione si espliciti nel suo semplice "darsi" senza imporre troppo tecnicistiche strategie educative. Lo studio si riferisce alla realizzazione di un progetto di pet-therapy presso il centro socio-educativo per disabili del Comune di Ancona "Il Sole" gestito dalla Cooperativa Sociale ASSCOOP. Il progetto si è realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Pet Village che ha fornito le coppie pet-partner.

Del lavoro si propone di seguito un breve stralcio tratto dal paragrafo introduttivo alle caratteristiche relazionali del cane.
........"Ma a che tipo di ambiente si deve adattare il cane?
Essenzialmente all'ambiente dell'uomo, costruito a misura d'uomo, scandito dai tempi, dai ritmi, dalla spazialità che gli sono confacenti o perlomeno che si presumono tali.
Ma, soprattutto, un ambiente fatto di interazioni sociali, un sistema relazionale complesso caratterizzato da continui scambi di ruolo o dal ricoprire contemporaneamente ruoli diversi.
Ecco, il cane vivendoci accanto deve riuscire ad adattarsi a tutto ciò e questo determina che la sua capacità adattiva si traduca principalmente nella sua capacità di posizionarsi all'interno di questo contesto relazionale in continuo mutamento e riproduzione.
Capacità adattiva che in considerazione di questa analisi potremmo sinteticamente chiamare socialità, cioè la capacità di agire sulla base della conoscenza delle prassi che regolano l'interazione sociale ma non solo, come andremo adesso ad esaminare, al fine di mostrarne la rilevanza quale caratteristica peculiare del cane che lo rende un efficace facilitatore della relazione nel trattamento del soggetto autistico".








Famiglie allargate (prima cucciolata , 1995)